Premio Letterario Caccuri | Premio Letterario Caccuri 2019, i finalisti: Massimo Franco
Il Premio Letterario Caccuri è un contest di saggistica che si svolge in agosto a Caccuri (provincia di Crotone). All’interno dell'evento, oltre al vero e proprio concorso di saggistica, si attribuiscono riconoscimenti speciali per la narrativa, il giornalismo e altri ambiti artistici.
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Premio Letterario Caccuri 2019, i finalisti: Massimo Franco

04 Lug Premio Letterario Caccuri 2019, i finalisti: Massimo Franco

C'era una volta Andreotti. Ritratto di un uomo, di un'epoca e di un Paese.
Massimo Franco
Editore: Solferino Libri

SINOSSI
Sopravvissuto a 2 guerre mondiali, 7 papi, la monarchia, il fascismo, la Prima Repubblica e la Seconda, oltre che a sei processi per mafia e omicidio. Giulio Andreotti è stato un esemplare unico del potere in Italia per longevità, sopravvivenza agli scandali, dimestichezza con gli apparati dello Stato e del Vaticano, consuetudine con le classi dirigenti mondiali del passato. È stato unico perfino nell’aspetto fisico, che ha nutrito generazioni di vignettisti.
A 100 anni dalla nascita, il 14 gennaio del 1919, ripercorrere la sua vita e la sua epoca significa fare i conti con la distanza siderale tra la sua Italia e quella di oggi. Dopo essere stato incombente per mezzo secolo come uomo di governo e come enigma dell’Italia democristiana, Andreotti non c’è più. E non solo perché è morto, il 6 maggio del 2013. Non esistono più la sua politica, la sua cultura, il suo Vaticano. Rimane solo l’eco lontana e controversa del «processo del secolo», che doveva chiarire le sue responsabilità e che invece si è concluso nel modo più andreottiano: con una verità sfuggente.
Nel suo libro, ampiamente rivisto e aggiornato per questa nuova edizione, Massimo Franco racconta e analizza Andreotti e il suo mondo: gli alleati, i nemici, il suo alone intatto di mistero, ma anche la famiglia invisibile per decenni, e sorprendente nella sua stranissima normalità. Attraverso la silhouette curva del «Divo Giulio», aiuta a capire che cosa siamo stati e non siamo più. In un’Italia che cambiava o fingeva di cambiare, Andreotti rimase sempre se stesso: nel bene e nel male. Emblema e garante dello status quo nell’era della guerra fredda, ha rappresentato l’«uomo del Purgatorio» per antonomasia, in una nazione in bilico tra Paradiso occidentale e Inferno comunista. Ha permesso a un’Italia di specchiarsi per mezzo secolo in lui, di sentirsi migliore, o forse solo di autoassolversi. Le ha fornito la bussola: un pessimismo di fondo sulla natura umana, alleviato dall’ironia.

BIO
Notista, commentatore e inviato politico del Corriere della Sera in precedenza ha lavorato come editorialista di Avvenire e inviato de Il Giorno e poi di Panorama.
Saggista di fama, è membro dell'International Institute for Strategic Studies di Londra (IISS). Collabora alla trasmissione Otto e Mezzo su La7. Suoi articoli e analisi sono apparsi sulla rivista di geopolitica Limes, sulla rivista francese Études, sul bimestrale dell'IISS Survival, sul quotidiano Los Angeles Times.

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