Premio Letterario Caccuri | Sergio Staino: “Renzi è un cafone”
Il Premio Letterario Caccuri è un contest di saggistica che si svolge in agosto a Caccuri (provincia di Crotone). All’interno dell'evento, oltre al vero e proprio concorso di saggistica, si attribuiscono riconoscimenti speciali per la narrativa, il giornalismo e altri ambiti artistici.
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Sergio Staino: “Renzi è un cafone”

10 Ago Sergio Staino: “Renzi è un cafone”

Grandi dibattiti e confronti ieri sul palco del Premio Letterario Caccuri che stasera vedrà “l’incoronazione” del vincitore tra Giulia Innocenzi, Giampiero Mughini e Antonio Padellaro. Faranno sicuramente discutere le parole di Sergio Staino a cui è stato consegnato il premio “Letteratura e Satira”. Intervistato sul palco dal giornalista Filippo Veltri, l’ex direttore dell’Unità non le ha certo mandate a dire a Matteo Renzi, ripercorrendo tutte le fasi del tentativo di salvataggio del giornale fondato da Antonio Gramsci. “E’ un cafone”, ha affermato. “Io sono un uomo di sinistra e sto male in questa Italia che una sinistra non ce l’ha più e le maggiori responsabilità sono proprio di Matteo Renzi. Tutte le sue azioni sono state mirate a destrutturare il Pd. Oggi possiamo dire che l’ha distrutto. Sulla vicenda “Unità” si è comportato male. Mi aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per rilanciare le sorti del giornale. Ci ho creduto, al punto da accettarne la direzione. Poi, però, è sparito. Non ci ha neanche rilasciato una intervista. Poi, su La Repubblica, ha detto che si trattava di una società privata, una esperienza imprenditoriale finita male di cui non aveva responsabilità. In realtà erano state promesse una serie di cose che non si sono verificate: dei 10 mila abbonamenti di partenza si è scesi fino a 400... Da un giorno all’altro Renzi ha smesso di parlarmi, nonostante fosse stato lui a tirarmi in ballo in quell’avventura”. Sergio Staino ha anche svelato un retroscena: “Inizialmente voleva Cuperlo alla guida dell’Unità. Voleva dare l’idea che non si trattasse di un giornale ‘governativo’. D’Alema, però, non volle e spinse Cuperlo di non accettare”.

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